SOGNANDO CITTA’ A MISURA DI BICICLETTA

Ciao Ilaria. A te la parola, raccontaci un pò di te.

Ciao amici e amiche di Givi, sarà quasi impossibile rispondere in poche righe, vi darò quindi alcune informazioni sparse:

  • Vengo dalla Puglia
  • Abito a Milano
  • Sono innamorata di Milano, ma non di quella che raccontano sui giornali, non quella della settimana della moda e del traffico nel centro. Sono innamorata della Milano che vedo dalla mia bicicletta: quella dei parchi e dei quartieri di periferia, dei muri dipinti e dei posti sinceri.
  • Vado sempre in bicicletta e appena posso carico le borse, le monto sulla mia Scott e parto.

Da quanto è viva questa passione per la bicicletta e come è nata la tua pagina @milano_in_bicicletta?

Vado in bici da sempre, è sempre stato il mio unico mezzo di trasporto per raggiungere la scuola, poi l’università e poi ancora l’ufficio. Ad un certo punto però non mi bastava più, sentivo il bisogno di raccontare quello che vedevo pedalando e promuovere l’utilizzo della bicicletta, e così è nata la mia pagina Instagram. All’inizio era solo un racconto fotografico della città, poi sono arrivati i primi viaggi, gli eventi e le pedalate di gruppo e la community è iniziata a crescere. Adesso questo è il mio lavoro, e non potrei esserne più felice.

Abbiamo visto, soprattutto tramite il tuo canale social, che il discorso relativo alla sicurezza della mobilità cittadina e alle ciclabili ti sta particolarmente a cuore. Ce ne vuoi parlare?

Assolutamente si, il mio lavoro di promozione e sensibilizzazione diventa inutile se le città in cui viviamo non sono a misura di bicicletta. Le persone non si sentono sicure, hanno paura di pedalare in città, principalmente per via dell’esagerata presenza di mezzi a motore e della mancanza di infrastrutture. La soluzione più immediata è sicuramente quella di abbassare il limite di velocità in città a 30 km/h, come sta succedendo in diverse città Europee, e in parallelo fare un lavoro di comunicazione, accompagnare le persone verso il cambiamento. Non basta imporre nuove regole e leggi, è necessario anche spiegarne le ragioni e poi far sì che vengano rispettate. Il cambiamento vero parte proprio dalle città, una bicicletta in più rappresenta un’auto in meno e di conseguenza più spazio per le persone e per la vita sociale, un beneficio per tutti, non solo per chi pedala.

Sei una ciclista poliedrica. Urbana, cicloturista e ora anche gravel dopo aver partecipato al Marche Trail con Pietro Franzese ad ottobre. Com’è andata? In quale delle tre attitudini ti senti più a tuo agio?

Mi piace sperimentare, la bicicletta è un mezzo che offre l’opportunità di provare diverse esperienze. Durante lo scorso anno ho pedalato in pianura lungo le ciclabili, tra le vette delle dolomiti, accanto al mare in Puglia e tra i borghi delle Marche. Scegliere è difficile, ma credo che il cicloturismo sia la mia cosa preferita, pedalare per scoprire nuovi posti da raccontare è la mia passione.

Il Marche Trail è stata un’avventura bellissima e molto faticosa, ho superato i miei limiti e imparato tanto, anche grazie a Pietro. Non vedo l’ora di mettermi in gioco di nuovo!

Cosa non deve mancare nei tuoi viaggi?

Il giusto equipaggiamento, una buona dose di avventura e tanta voglia di pedalare. Nelle mie borse non mancano mai le caramelle gommose e la cassa bluetooth per ascoltare la musica. Dopo aver provato il bikepacking ho scoperto di poter essere molto minimalista, credo che difficilmente tornerò a viaggiare con le borse laterali, ma mai dire mai.

Il nuovo anno è alle porte. Prossimi progetti futuri?

Scrivere tanto, la mia newsletter e non solo, e pedalare il più possibile. Sto pianificando il primo viaggio in bici fuori dall’ Italia e scegliendo a quali eventi partecipare, c’è l’imbarazzo della scelta!